lunedì 31 gennaio 2011

Vibrant Gujarat


L'impressione che ho avuto, viaggiando per il Gujarat, è di un luogo in cui le cose cambiano molto velocemente. Questo per me è il terzo viaggio in questo stato dal 2009, quindi ho avuto modo di vedere e confrontare i segni del cosiddetto progresso, che molto spesso significa forte cambiamento, perlomeno negli aspetti più esteriori. E come tutte le cose, anche il progresso ha diversi volti.

Nei giorni in cui stavo ad Ahmedabad per esempio, era in corso un grande summit economico, giunto alla sua 5^ edizione. Voluto dal primo ministro dello stato del Gujarat, Narendra Modi, esponente della destra del BJP, Vibrant Gujarat si proponeva di innescare  un ulteriore e ancor più efficace processo di sviluppo, grazie alla partecipazione massiccia degli industriali indiani e stranieri negli investimenti in questo stato.
Tutti gli esponenti della aristocrazia industriale indiana presenti al summit, dai fratelli Ambani, a Ratan Tata e Kumar Mangalam Birla, si sono rivolti a Modi indicandolo come l'artefice del successo del Gujarat. Del resto la sua faccia ottimista, fotografata su manifesti giganteschi, spuntava davvero ovunque in qualunque angolo dello stato.


I quotidiani riportavano alcuni brani dei discorsi degli industriali presenti: "The world looks at India and India looks at Gujarat" affermava Chanda Kochhar, Presidentessa della ICICI Bank, il secondo più importante istituto bancario indiano; e "You cannot afford not to be here" aggiungeva Anand Mahindra, Vice Presidente della Mahindra, società multimiliardaria che produce di tutto, dai Suv Scorpio che sfrecciano per le strade indiane, alle tecnologie informatiche, ai servizi bancari.
96 i paesi presenti al summit, tutti disposti ad investire miliardi in Gujarat. Pare infatti che al termine della prima giornata di incontri e trattative si siano conclusi affari per 325 miliardi di dollari (14,90,000 crore di rupie, qualcuno sa fare i conti?); mentre al termine dei due giorni di summit le promesse di investimento ammontavano a '20 lakh crore' (di nuovo, se qualcuno riesce a fare in conti, per me ci sono troppi zeri. Comunque, 1 lakh sono 100mila rupie; 1 crore sono 10milioni di rupie).

Nel frattempo, io facevo le riprese negli slum di Ahmedabad, dove una donna, in un giorno di lavoro, poteva guadagnare la bellezza di 68 rupie (un euro circa) per aver arrotolato 1000 bidi, le sigarette indiane più economiche; oppure una delle ragazze della scuola di taglio e cucito di Sewa riusciva a racimolare 50 rupie per il confezionamento di una gonna o una camicia.

Ad ogni modo Narendra Modi è al potere dal 2001 e in molti degli industriali e finanzieri presenti al summit lo indicano come il prossimo Primo Ministro indiano. Un primo ministro del Gujarat rieletto in questo stato con largo consenso nonostante le sue presunte implicazioni negli scontri sanguinosi del 2002 (con più di mille morti, soprattutto mussulmani) per le quali dovette, in un primo momento, rassegnare le dimissioni dal governo.
Ma forse i gujarati, sempre così concreti e operosi, preferiscono concentrarsi sul futuro...

5 commenti:

Nela San ha detto...

Ben detto Elisa, il progresso ha diversi volti, ma in questi paesi emergenti sembra che il filo che li unisca sia sempre lo stesso: quello del forte contrasto sociale, dove la povertà sta gomito a gomito con la ricchezza. La foto dell'hotel Le Méridien che confina con gli slums mi ricorda quella che ho postato sul mio blog del quartiere più elegante di Sao Paulo, Morumbi, e la favela che sta dietro la sua facciata opulenta.
Bye&besos.

Silvia Merialdo ha detto...

Grazie Elisa per il tuo racconto!

Direi che dopo il secondo giorno erano 435 miliardi di dollari (20 lakh crore di rupie sono 20 bilioni -mille miliardi- di rupie).

Da quel che ho sentito (ma è solo una impressione "di quel che si dice in giro"), alla gente Narendra Modi piace, perché ha consentito questo sviluppo economico, che di sicuro ha tagliato fuori molta gente, ma che ha trovato l'approvazione di molta parte della popolazione...

Altra cosa che ho notato del Gujarat, è la fortissima compresenza di tradizioni fortissime (soprattutto religiose, con nuovi templi che spuntano ovunque come funghi) e tecnologia, con tutti i nuovi distretti tecnologici e centri di ricerca e sviluppo.

Elisa Chiodarelli ha detto...

Nela, certo che deve essere difficile abitare nelle case costruite con gli scarti trovati in giro, ai piedi del Meridien. Eppure, ogni mattina, svegliandosi, forse si può contare su un qualche lavoretto da fare per conto del grande albergo; forse si può guadagnare qualche rupia grazie ad un qualche riverbero del vibrant gujarat.
Non ho visto la foto di cui parli, dov'è?la vado a cercare...

Silvia, si io infatti ho sentito soprattutto la 'campana' dei poveri, quelli degli slum, o i contadini e allevatori del Kutch, che si sono visti costruire enormi centrali elettriche a combustibile fossile della potenza di svariati MW dietro casa -magari ne parlerò in qualche post-. Senza però beneficiare di una sola ora in più di elettricità al giorno.
Che dire...

Per quanto riguarda templi e tecnologie, bè ci vogliono tanti soldi per costruire e finanziare entrambi. E Modi sta facendo un lavoro eccellente!

E grazie per i conti, anche così la mia testa fa fatica a concepire le cifre astronomiche :-)

Silvia Merialdo ha detto...

Sì, certi contrasti sono veramente scioccanti e i benefici del "progresso" non sono disponibili a tutti, tanto meno a chi ne paga le peggiori conseguenze... (e questo non solo in India!)
Ma che cosa dicono i contadini di Modi? Che cosa votano loro?
(raccontaci quando puoi, anche nei prossimi post...)

Comunque è interessante come gli altri indiani vedono i gujarati: tranquilli, operosi e ricchi, pieni di soldi... é quasi uno sterotipo, anzi, senza il quasi...

Elisa Chiodarelli ha detto...

si, credo che non sia un caso che Sewa sia nata proprio qui.
Perfino le donne, anche quelle self employed,magari senza una istruzione, hanno una grinta e una voglia di fare che impressiona!

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